20 Ott La qualità del vino – marzo 2018
Gianfranco Soldera per la rivista Oinos
La situazione climatica dell’inverno 2017/2018 è stata molto variegata con molte piogge, poca tramontana, poco freddo sino al periodo di febbraio/marzo che è stato caratterizzato da freddi intensi ma brevi, due nevicate (io scrivo solo della situazione a Case Basse) che hanno imbiancato le vigne, i boschi ed il giardino per pochi giorni; c’è stata anche una grandinata intensa ma di pochi minuti, mercoledì 28 febbraio. Per tutto l’inverno i fossi di Case Basse sono stati praticamente asciutti, evidentemente l’acqua, pur essendo stata abbondante, è servita ad impregnare il terreno e ad arricchire le vene sotterranee (essenziali per la qualità dell’uva) e ciò è, a mio parere, molto positivo.
Il tempo invernale mi ha permesso di rinfoltire le mie vigne con oltre 1.000 barbatelloni, portando avanti così, in modo ottimale, il piano importantissimo della sostituzione delle viti morte nelle vigne di 45/46 anni che coprono la superficie di 6,5 ettari sul totale di 10 (i 3,5 ettari restanti hanno un’anzianità di oltre 20 anni). È mia opinione che non si debbano estirpare le viti vecchie ma cercare in ogni modo possibile di mantenere l’anzianità delle viti, sostituendo man mano le viti morte.
Questa operazione è molto delicata poiché è necessario che le radici delle viti morte siano tolte dalla terra almeno due anni prima del rinnovo ed inoltre io asporto quella terra, lasciando aperta una buca profonda; quando pianto la vite nuova, riporto della terra dei miei campi che non è quella asportata dalle vigne.
La letamazione è stata effettuata in modo ottimale ed anche la potatura, iniziata il 12 febbraio è stata eseguita molto bene, fatta nei tempi giusti con viti asciutte, con tagli netti ed obliqui verso il basso, con disinfezione e cicatrizzazione di tutti i tagli; ho già letamato le vigne ed inizierò in questi giorni i lavori di manutenzione dei pali, dei fili ma soprattutto di legatura dei tronchi e dei cordoni che non devono stringere la vite (la linfa in entrambe le direzioni non deve mai avere strozzature né impedimenti).
Le operazioni di stralciatura, molto delicate perché possono interessare le gemme sono state effettuate in modo ottimale e sono molto soddisfatto delle prime fasi dei lavori in vigna; speriamo che il proseguo della stagione sia favorevole e ci consenta di lavorare in modo ottimale la vigna.
In tema di coltura della vite è di grande rilevanza l’articolo pubblicato sulla rivista VQ scritto dal prof. Mario Fregoni dal titolo “Le teste pensanti della vite”:
“Nella vite vi sono due cervelli. Conoscerli e dominarli è fondamentale per i risultati qualitativi in viticoltura. I due centri nevralgici sono all’estremità della pianta: gli apici vegetativi e quelli radicali. Fra l’altro recentemente le cellule di questi apici, che svolgono funzioni meristematiche (ossia di divisione cellulare e quindi di crescita), sono state definite staminali, come quelle umane o animali. I due centri nervosi sono sottoposti a due attrazioni opposte: alla luce quelli degli apici vegetativi dei germogli (fototropismo positivo) e verso il centro della terra gli apici radicali (geotropismo positivo). Il sole e la terra esercitano pertanto le attrazioni che consentono la fotosintesi, la nutrizione idrica e quella minerale. Ne consegue che la gestione della chioma e dell’apparato radicale influenzano la fisiologia della pianta e la qualità della produzione. Un esempio: la cimatura taglia gli apici vegetativi. Essa moltiplica le teste pensanti aeree (con la produzione di altri apici), in quanto la vite non può restare acefala. Ma come rispondono gli apici opposti, quelli radicali? Non si possono potare e moltiplicare, tuttavia si possono favorire scegliendo terreni che consentano il massimo sviluppo radicale (circa il doppio della chioma), soprattutto in profondità, dove l’assorbimento idrico è più costante e quello minerale differente rispetto a quello superficiale. La crescita superficiale delle radici (terreni freschi, fertili, argillosi, compatti) è innaturale, contro l’angolo geotropico fittonante. La Rupestris, ad angolo geotropico stretto, è stato un grande portainnesto, in grado di conferire elevata mineralità ai vini. L’uso di portinnesti ad angolo geotropico ampio è stato un errore, causato dalla necessità di adattare la vite anche a terreni impropri. La selezione di portinnesti fittonanti potrebbe invertire la tendenza generale, per fornire radici più profonde. Le radici superficiali favoriscono la vigoria elevata dei germogli, le radici profonde la vigoria moderata e quindi la qualità. Significa sostanzialmente che l’attività degli apici dei germogli dipende dalla struttura e dalla natura del terreno. Un suolo povero, ciottoloso, sciolto, profondo, che consente alle radici di sviluppare la naturale attrazione verso il centro della terra, non può che essere l’ideale per ottenere l’equilibrio fra apici radicali e apici dei germogli. I vigneti equilibrati non hanno bisogno di molti interventi di potatura verde – in particolare di cimatura – e arrestano la loro crescita all’invaiatura.
Queste riflessioni consentono di riaffermare che il terroir vocato resta la condizione necessaria per il raggiungimento della qualità. In questo terroir il clima (sole) e il terreno rappresentano i fattori dominanti nei meccanismi che determinano il genius loci, ossia il genio del luogo che crea la qualità eccelsa, basata sull’equilibrio fra le teste pensanti estreme della vite.”
Il giorno 8 febbraio 2018, nella bellissima Sala del Refettorio (è la sala che veniva usata per i processi dell’inquisizione ed attualmente adibita a conservazione degli atti della Camera dei Deputati) si è svolta la cerimonia della premiazione dei partecipanti all’ottava edizione del Premio Internazionale Soldera Case Basse per giovani ricercatori.
Il Prof. Mario Fregoni (Accademico di Agricoltura di Francia e Presidente del Premio) che ha avviato la cerimonia ribadendo l’importanza della varietà dei temi oggetto degli studi. Il Professore si è soffermato sulla relazione tra ecosistema e vitivinicoltura naturale introducendo l’intervento del Professor Carlo Pagani, Maestro Giardiniere come ama definirsi, che ha mirabilmente descritto il giardino di Case Basse, opera dello straordinario lavoro di mia moglie Graziella.
Gli studi sono quindi stati presentati dai candidati: Dott. Simone Ugo Maria Bregaglio; Dott.ssa Gaia Cinnirella; Dott.ssa Isabella Delbarba con Dott.ssa Laura Mor; Dott. Salvatore Filippo Di Gennaro; Dott.ssa Luisa Leolini con Dott. Lorenzo Brilli e con Dott. Sergi Costafreda Aumedes; Dott.ssa Brunella Miano con Dott.ssa Noemi Frigo; Dott.ssa Camilla Moda; Dott.ssa Anita Pizzini; Dott. Claudio Quirini; Dott. Yuri Romboli; Ing. Diego Vasarelli con Dott. Yuri Romboli.
Di fronte al numeroso e illustre pubblico sono intervenuti a commentare le ricerche i componenti della Commissione giudicatrice (Prof. Luigi Bavaresco, Docente di Viticoltura DI.PRO.VE.S. Università Cattolica S. Cuore Piacenza, Prof. Luigi Odello, Centro Studi Assaggiatori Brescia, Ing. Giancarlo Spezia, Esperto di Meccanizzazione viticola Piacenza, Prof. Massimo Vincenzini, Ordinario di Microbiologia agraria Università di Firenze) e del Comitato d’Onore (Prof. Eugenio Brentari, Prof. Giorgio Calabrese, Prof. Fausto Cantarelli, Dr. Paolo Lucchesi, Prof. Giampiero Maracchi, Dr. Roberto Salvioni, Dr. Bruno Socillo).
La cerimonia di consegna del Premio è iniziata con l’assegnazione dei diplomi al merito della ricerca ai candidati e del diploma di eccellenza scientifica alle co-autrici D.ssa Isabella Delbarba e D.ssa Laura Mor (Centro Studi Assaggiatori Brescia) per la ricerca dal titolo “La visualizzazione grafica dell’effetto dell’annata sulla sensorialità dei vini Soldera”.
La cerimonia si è conclusa con l’attribuzione di primo classificato al Dr.Yuri Romboli (Università di Firenze) per la ricerca dal titolo “Influenza del sistema di allevamento sullo sviluppo vegeto-produttivo e sulle caratteristiche delle uve e dei vini Sangiovese: confronto tra l’alberello greco, mono e bicaule, ed il cordone speronato a Montalcino nell’annata 2017”.
I vini riposano ottimamente in cantina, abbiamo effettuato i travasi e le colmature necessarie; il 2017 ha terminato la malolattica ed ha confermato la mia certezza che il vino della vendemmia anticipata (26 agosto) e con la siccità del 2017, è di qualità eccelsa.
Il nostro mercato mondiale ha risposto ottimamente all’offerta di vendita dell’annata 2013 ed abbiamo già ricevuto ordini che hanno esaurito la disponibilità del vino di tutta l’annata che è stata presentata a Milano il 13 marzo 2018 in occasione di un evento benefico a favore di “Amici di URI – Onlus”, nel nuovo prestigioso ristorante dell’amico Carlo Cracco, sito nella Galleria Vittorio Emanuele; è stata presentata da Giuseppina e Sebastiano De Bartoli anche un’eccezionale Riserva Vecchio Samperi De Bartoli di quarant’anni, in ricordo del mio fraterno Marco De Bartoli.
Proseguono così le nostre donazioni con i grandi formati dell’annata 2010 (che non è in vendita) e siamo molto felici di aver già raggiunto la somma di 500.000 euro dall’ottobre 2017.
Cosa ne pensate?