20 Mag “3° Simposio sul Sangiovese: conclusione del Prof. Mario Fregoni”
Posted at 10:19h
in Studi e Ricerca
3° Simposio del Sangiovese (Firenze 3-5 dicembre 2008)
CONCLUSIONI DEL PROF. MARIO FREGONI
- Il Simposio è risultato di alto livello scientifico e a maggior carattere internazionale, rispetto ai primi due. I relatori stranieri sono stati sedici. Grazie anche alla collaborazione dell’OIV, che ha patrocinato il Simposio.
- Il Sangiovese non è stato l’unico attore del Simposio (come nei due precedenti), poiché è stato confrontato con numerosi vitigni “confratelli” internazionali aventi difficoltà di adattamento ambientali, di colore, ecc.
- Per la prima volta in un convegno italiano si è ampiamente e approfonditamente discusso del terroir, sia sotto il profilo dell’etichettatura che dei rapporti del terroir con la qualità del vino.
- I cambiamenti climatici hanno posto in risalto la necessità di approfondire future scelte a livello geografico, varietale, di tecniche colturali ed enologiche. Il cambiamento dei terroir rappresenterebbe la perdita dell’originalità dei vini.
- La genomica rappresenta una speranza per il futuro, poiché potrebbe fornire varietà più resistenti agli stress abiotici e biotici.
- L’analisi sensoriale è stata l’altra novità del Simposio, poiché il tema è stato sviluppato in un’intera giornata, nella quale si è rivelata fondamentale per valutare la tipicità dei vini di terroir, nonché per l’esame finale delle sperimentazioni viticole e metodologiche. Rappresenta il valido completamento dell’analisi strumentale.
- La viticoltura di precisione ha confermato l’interesse come strumento capace di studiare i terroir, i vitigni, la loro fisiologia e la maturazione delle uve. Inoltre la viticoltura di precisione può essere utile per razionalizzare gli impianti e la gestione dei vigneti,al fine di ridurre l’impatto ambientale.
Infine mi sia consentito di avanzare due proposte a titolo personale, derivanti anche dal Simposio:
- a) è necessario valorizzare maggiormente il terroir in etichetta e ridurre l’uso del vitigno. A tal fine si propone di introdurre nelle denominazioni di origine (principalmente in Toscana, sicuramente la Regione più matura culturalmente e sensibile alle evoluzioni normative e al terroir), la classificazione dei terroir, basata sulle differenze geo-pedologiche, sulla storia e sul merito aziendale e su altri criteri emergenti dalla zona di produzione.
L’attuale legge italiana lo consente, ma nella riforma della 164/92 potrebbero essere inseriti nuovi concetti, derivanti dall’esperienza di altri Paesi in particolare della Borgogna, esempio di successo mondiale della classificazione dei terroir e del loro uso in etichetta.
Questo indirizzo andrebbe contro l’internazionale realtà di utilizzare il nome del vitigno per contraddistinguere le differenze enologiche. Il terroir è tuttavia giuridicamente proteggibile, mentre il vitigno è imitabile a livello mondiale.
- b) La seconda proposta riguarda l’edizione di un libro sul Sangiovese, a carattere tecnico-divulgativo, soprattutto indirizzato ai produttori, con la valorizzazione semplificata dei risultati scientifici dei tre Simposi sul Sangiovese. E’ ovvio che l’opera richiederà la collaborazione di molti autori.