Un grande vino si distingue per armonia, eleganza, complessità e naturalità.
Significa equilibrio e proporzione, finezza, molteplici sensazioni di profumi, di gusti. Vuol dire usi di uva sana, matura, trasformata, seguendo il processo naturale, senza aggiunta di prodotti chimici, coloranti, conservanti o altre sostanze non presenti nell’uva (tannini di quercia, ecc.)
Un grande vino ci dà soddisfazione, senso di benessere, voglia di berlo ancora; fa nascere e crescere la convivialità e l’amicizia. È unico, raro, tipico, longevo. In esso si riconosce il microterritorio, la vigna dove è nato. Il vino del cri Intistieti per esempio, è diverso da quello della vigna di Case Basse, pure vicinissima.
Un grande vino non è sostituibile, perché ha caratteristiche uniche, come ogni opera d’arte. dell’annata 1989 non ho venduto una sola bottiglia, perché non ho ritenuto quel vino all’altezza del mio livello abituale di qualità.
Un grande vino è raro, al vertice di una piramide di circa 20 miliardi di bottiglie prodotte nel mondo ogni anno. Non più di 50-60.000 possono arrivare in cima.
Un grande vino è longevo: deve migliorare, almeno nei primi vent’anni, e dare sensazioni diverse nel tempo. È l’unico prodotto naturale commestibile che può durare più a lungo della vita di un uomo.
Certamente Armonia, Eleganza, Complessità, Naturalità, Tipicità, Unicità, Rarità, Longevità sono valori che elevano notevolmente il prezzo di un vino. Del resto qualsiasi prodotto con queste caratteristiche ha costi elevatissimi.
Bellezza e bontà esigono tempo, esperienza, investimenti notevoli.
Produco in media 15.000 bottiglie l’anno. Ma ne riduco drasticamente il numero se l’annata, per la cattiva stagione atmosferica, non è all’altezza.
Su 30 annate, 27 sono state eccellenti: un record. La migliore, storica, è quella del 1979.
Vino è comunque e sempre soggettività: la stessa bottiglia può valere 500 euro per una persona e nemmeno 1 euro per un’altra.
– Gianfranco Soldera