20 Feb La qualità del vino – gennaio febbraio 2009
Dalla rivista “Il Chianti e le terre del vino” – di G. Soldera
Sono trascorsi tre anni da quando ho iniziato a scrivere queste mie riflessioni sulla “qualità del vino”, tutto il 2006/2007/2008: anni densi di avvenimenti, di cambiamenti, di cataclismi economici e giudiziari.
Voglio in questo inizio di anno unirmi al dott. Barabino che, pubblicamente, ha elogiato la Procura di Siena per la grande professionalità con la quale sta operando a favore dei consumatori, dei produttori onesti e dello stato di diritto.
E’ interessante sapere che gli avvocati in Italia sono 210.000, in Francia 44.000, in Inghilterra 117.000, dati ufficiali al 31/12/07. La domanda è: ma sono proprio necessari tutti questi avvocati in più rispetto alla Francia (164.000) all’Inghilterra (93.000)?
In materia di sanzioni previste dalla legge vigente 164/92 riporto testualmente l’articolo 28 comma 2 che dice: “Chiunque produce, vende, pone in vendita o comunque distribuisce per il consumo con denominazione d’origine vini che non hanno i requisiti richiesti per l’uso di tali denominazioni, è punito con la sanzione amministrativa da lire 6 milioni (€3.098,74 euro) a lire 36 milioni (18.592,44 euro) per ogni ettolitro o frazione di ettolitro prodotto”.
Avete letto bene, da € 3.089,74 a € 18.592,44 per ogni 100 litri, perciò, se si ipotizza 5.000.000 di litri di vino che non hanno i requisiti, la multa sarà di 300 miliardi delle vecchie lire, se viene applicata la sanzione minima (oppure 1.800 miliardi di lire la massima).
Il mondo del vino in generale – e di Montalcino in particolare – è cambiato enormemente, i disastri finanziari che hanno colpito i paesi più avanzati porteranno a notevoli mutamenti negli stili di vita e perciò anche nei consumi del vino.
La crisi porterà certamente ad una perdita di posti di lavoro che, a mio avviso, riguarderanno soprattutto manodopera extracomunitaria, ma nello stesso tempo, taglierà rendite parassitarie, costi inutili e questo è molto positivo per avere una società sana e competitiva sul mercato mondiale; ricordo che in altre crisi economiche del passato, delle aziende procedevano all’inizio dell’anno a rivedere ed a ricontrattare tutti i contratti di fornitura, rivedere tutti i passaggi di tutti i magazzini, uffici, officine, ricalcolando i costi, i tempi, i consumi, rivedere tutti i contratti di vendita, rivedere tutte le performance di ogni singolo venditore. Tutte queste operazioni erano sottoposte alla supervisione dell’amministratore delegato, che si avvaleva normalmente di uno staff esterno; ho un ricordo molto positivo delle aziende che hanno superato crisi gravissime usando questi accorgimenti.
Vi segnalo che la cifra stimata di rimesse ai paesi di origine degli extracomunitari che lavorano in Italia per il 2008 è di oltre 5 miliardi di euro, che pertanto non vengono spesi in Italia, ma – giustamente – nei paesi di origine; il dato è censito attraverso banche e principali money transfer.
E’ da circa un anno che il prezzo del vino è diminuito e, in alcuni casi, è drasticamente calato (fatto dovuto anche agli aumenti considerevoli verificatesi negli anni 2002/2003/2004). Quanto sopra mi porta ad esprimere delle considerazioni su cosa si debba fare e quali possano essere i rimedi per superare questa crisi che anch’io prevedo lunga nel tempo.
La prima ricetta è la Qualità, non a parole, ma con i fatti:
- riduzione drastica delle rese di uva (30/40% di quanto previsto dai disciplinari)
- controlli sistematici da enti terzi (Università): dalla vigna, alla vendemmia, alla vinificazione, alla maturazione, all’imbottigliamento, nei punti vendita, con relativa certificazione
- ricerca, sperimentazione, confronti con le Università per:
– mutazioni climatiche
– campi sperimentali per selezioni viti
– DNA
– Malattie delle viti
– Microbiologia dell’uva, del mosto, del vino
– Lieviti autoctoni
– Studi su contaminanti del vino (ocratossina, querciatina e tanti altri che hanno già portato a notevoli sequestri di vini).
- scelta oculata dei terroir e dell’habitat che siano particolarmente vocati alla coltivazione della vite; coltivazioni senza diserbanti con solo letamazione – sovescio – leggere lavorazioni superficiali in inverno – zappatura manuale di ogni vite – potature solo quando la pianta è assolutamente ferma (queste operazioni sono state da me riportate in modo più esteso nel capitolo terzo del maggio 2006).
- Ricordiamoci che, se dovessimo affrontare la crisi con una diminuzione dei prezzi, troveremo sempre qualcuno che fa un prezzo inferiore, mentre, se riusciamo a fare vera Qualità, non avremo tanti concorrenti perché la cima della piramide è per pochi ed il mercato della vera Qualità ci sarà sempre.
- Affrontare con chiarezza il mercato dando segnali chiari e certi di rottura col passato e con tutte le pratiche che hanno così danneggiato il Brunello e Montalcino; come può il mercato credere ai nostri vini quando è ancora in carica lo stesso Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Brunello di Montalcino?
- Cosa è un grande vino, quali sono le caratteristiche che distinguono un grande vino dagli altri:
1- armonia = equilibrio = proporzione (se un manufatto non è proporzionato, crolla)
2- eleganza = finezza
3- complessità = molteplici sensazioni di profumi, gusti, piacere
4- naturalità = uva sana e matura con sola trasformazione degli zuccheri in alcool
5- effetti medicamentosi = desiderio di ribere quel vino; senso di benessere; soddisfazione; comunione; amicizia
a- tipicità: possibilità di riconoscere in quel vino il micro territorio (vigna) dove nasce.
b- unicità: il grande vino non è sostituibile perché ha caratteristiche uniche, perché riconoscibile, perché se un altro produttore dovesse fare un vino simile, certamente se lo terrebbe o lo venderebbe imbottigliato con il suo marchio.
c- rarità: un grande vino è al culmine di una piramide di circa 30 miliardi di bottiglie all’anno; quanti possono arrivare alla cima?
d- longevità: un grande vino deve migliorare per tanti anni e deve dare sensazioni diverse nel tempo. Il vino è l’unico prodotto naturale dell’uomo che può durare più a lungo della vita di un uomo.
Il vino è soggettività: la stessa bottiglia può valere 1.000 euro per una persona e nemmeno 1 euro per un’altra.
Certamente Armonia – Eleganza – Complessità – Naturalità – Tipicità – Unicità –Rarità – Longevità sono valori che elevano notevolmente il costo di un vino, del resto qualsiasi prodotto con queste caratteristiche ha costi elevatissimi.
La stagione autunno-inverno sta procedendo molto bene: dopo un ottobre bellissimo sono venute le piogge abbondanti di novembre/dicembre, che sicuramente hanno riempito le vene sotterranee, che sono la salvezza delle viti nei momenti di grande caldo estivo; è arrivato anche il freddo con giornate bellissime e freddissime come, mi ricordo, venivano anni fa con la tramontana che tagliava le orecchie. La terra si sta asciugando, il freddo disinfetta le viti che iniziano ad essere ferme e fra poco si potrà iniziare la potatura invernale; lavorazione importantissima per la qualità dell’uva: voglio qui ricordare che a febbraio non possiamo sapere come sarà l’andamento della stagione ( se sarà favorevole, poco favorevole, sfavorevole, molto sfavorevole) e dobbiamo perciò potare ipotizzando che la stagione sarà sfavorevole per poter cercare di ottenere uva sana e matura alla vendemmia anche in situazioni sfavorevoli.
In Francia ed anche in altri paesi sta prendendo piede l’abitudine, chiamata “Wine bag”, di dare al cliente del ristorante la bottiglia che non ha totalmente consumato: ritengo questa abitudine molto positiva per il consumo del vino di particolare pregio e di costo; in questo modo si invoglierà il cliente a non preoccuparsi di quanto beve (anche per il problema della guida) né del costo della bottiglia e potrà gustare a casa nei giorni successivi la grande bottiglia: spero che i nostri ristoratori reclamizzino questa iniziativa facendola propria.
Vi segnalo l’interessantissimo libro di Ilio Raffaelli “Montalcino e il suo Brunello”, che mi ha insegnato molto e consiglio a tutti di leggerlo e rileggerlo.
Cosa ne pensate?